Papa Francesco: la voce di Dio parla al presente e ci invita ora a fare del bene

La figura di Gesù buon Pastore è al centro della liturgia di questa domenica. Il Vangelo di Giovanni ce lo descrive attento e premuroso verso le sue pecore di cui conosce il nome.

Esse ascoltano la sua voce e la distinguono da quella dei briganti. Papa Francesco, parlando dalla Biblioteca apostolica, spiega come fare a riconoscere dentro di noi, tra le tante, la voce di Dio. Al termine il Papa si è affacciato su Piazza San Pietro

Papa Francesco

Oggi è la quarta domenica di Pasqua, dedicata a Gesù buon Pastore. Rifacendosi all’immagine del pastore che chiama le sue pecore perché non vuole si perdano, il Papa avverte che, come dice il Vangelo, dentro di noi “ci sono altre voci” che non dobbiamo seguire, “quelle di estranei, ladri e briganti”. E spiega come fare a riconoscere tra la voce di Dio che ci ama e “la voce tentatrice che induce al male”. Esse, infatti, parlano lingue diverse:

La voce di Dio non obbliga mai: Dio si propone, non si impone. Invece la voce cattiva seduce, assale, costringe: suscita illusioni abbaglianti, emozioni allettanti, ma passeggere. All’inizio blandisce e ci fa credere che siamo onnipotenti, ma poi ci lascia col vuoto dentro e ci accusa: “Tu non vali niente”. La voce di Dio, invece, ci corregge, con tanta pazienza, ma sempre ci incoraggia, ci consola: sempre alimenta la speranza.  La voce di Dio è una voce che ha un orizzonte, invece la voce del cattivo ti porta a un muro, ti porta all’angolo.

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