Italia: caos scuola, il rischio dell’insegnamento a due velocità

La scuola a distanza è la scuola d’emergenza. Insegnanti, studenti, genitori e bambini sono scesi in piazza in diverse città italiane per chiedere che da settembre si “torni tutti in classe”.

scuola vuota

La protesta arriva alla vigilia della seduta della commissione Istruzione del Senato sulla conclusione e l’avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato.

L’altro nodo scuola è il concorso straordinario per 25mila nuovi insegnanti per i precari da almeno tre anni con il governo chiamato a trovare una mediazione nella maggioranza. La paura dei genitori è lasciare indietro chi non può permettersi lezioni private. Compaiano anche le prime pubblicità delle scuole private con gli slogan: pochi iscritti e grandi spazi.

Landini: “non diventi emergenza; decidere ora come aprire”

“Non giriamoci intorno, non esiste l’insegnamento scolastico a distanza. La scuola è per sua natura un’esperienza sociale collettiva. Va bene usare il digitale, va bene nell’emergenza la lezione online, ma se vogliamo che le scuole riaprano in sicurezza a settembre dobbiamo decidere adesso come farlo e senza perdere tempo”.

Lo ha affermato il leader della Cgil, Maurizio Landini, in un’intervista a La Repubblica. Il sindacato, dunque, a fianco di genitori e alunni che in tutta Italia hanno chiesto ieri di ritornare sui banchi di scuola dopo l’estate.

Il leader della Cgil dice di più: “Smettiamola di pensare che le fasi della vita siano distinte nettamente tra loro, che ci sia un tempo per lo studio e la formazione, poi un tempo del lavoro e, infine, quello del pensionamento. Dobbiamo pensare a un diritto alla formazione permanente, senza interruzioni.

Fonte: Euronews

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