Polizia in Francia, giù le manette per protesta: “Non siamo razzisti”

Manette gettate a terra per la protesta simbolica della Polizia francese perché non è possibile gettare il bambino con l’acqua sporca, non è opportuno vietare la tecnica cosiddetta dello “strangolamento” durante i fermi anziché focalizzarsi sugli abusi, che non sono della categoria ma del singolo individuo.


Xavier Leveau del sindacato di Polizia (Unité SGP Police-Force Ouvrière) replica anche alle accuse di razzismo in divisa: “La Polizia riflette realmente l’immagine della sua popolazione – dice – la gente pensa che la polizia sia razzista, ma nel nostro Paese abbiamo persone di tutte le etnie e lavoriamo tutti bene insieme”

I recenti annunci del ministro dell’Interno, Christophe Castaner, sono un esercizio di diplomazia ma, nel merito, non sono riusciti a spegnere la scintilla del dissenso.
“La polizia francese non è la polizia americana – commenta Castaner – le domande legittime devono essere poste. Dopo diversi mesi di lavoro la commissione (sulle procedure di Polizia) mi ha riferito i suoi risultati e ho deciso di intervenire perché nessuno debba rischiare la vita durante un arresto. Il metodo noto come dello strangolamento sarà abbandonato e non sarà più insegnato nelle scuole di Polizia e di Gendarmeria”.

“Oggi ci vogliono impedire di lavorare”, è la replica dei sindacati che hanno promosso la protesta della deposizione delle manette davanti ai Commissariati.
“La tecnica sotto accusa – aggiunge Leveau – è molto importante durante l’ammanettamento. Non teniamo ferme le persone per otto minuti, lo facciamo solo per lo stretto necessario. E non abbiamo una tecnica sostitutiva. Allora come facciamo oggi?”.

In un tweet, il prefetto di Parigi Didier Lallement invita a non avere dubbi in un momento così particolare in cui l’azione della Polizia è messa in discussione in maniera permanente e sempre più aggressiva.

Fonte: Euronews

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