Pandemia e commercio internazionale: fine della globalizzazione?

L’Unione europea deve rivedere la sua politica commerciale, troppi elementi la spingono a questa riflessione: l’ascesa della Cina, il protezionismo degli Stati Uniti e infine la brutale irruzione della pandemia. Ma come può farlo?

Per cominciare l’Europa dovrebbe garantire una maggiore resilienza nella catena di approvvigionamento e una maggiore autonomia strategica, sostiene Svenja Hahn, deputata tedesca e liberale.

“Durante la pandemia abbiamo visto un’interruzione della catena di approvvigionamento globale: è stato un campanello d’allarme su come abbiamo instaurato le relazioni commerciali. Dobbiamo superare la nostra dipendenza da determinate regioni e paesi”.

L’accordo con il Mercosur, tallone d’Achille per l’UE

Negli ultimi anni l’UE ha fatto degli accordi di libero scambio l’asse centrale della sua politica commerciale. Sono stati raggiunti accordi con il Canada, con il Giappone e anche con i paesi del Mercosur in America Latina. Ma la ratifica da parte dei parlamenti nazionali è diventata un incubo. L’accordo con il Mercosur è stato respinto dal parlamento olandese, una nazione con una vasta tradizione commerciale. Inoltre i movimenti contrali al commercio internazionale stanno guadagnando popolarità in Europa.

“Numerosi stati si stanno mobilitando perché esiste un divario tra la necessità di rivedere il paradigma commerciale e un accordo come il Mercosur, che ha ancora un vecchio stile e che non include condizioni vincolanti come lo sviluppo sostenibile o gli obiettivi climatici”, spiega Saskia Bricmont, eurodeputata belga del gruppo dei verdi.

Ma anche il multilateralismo è in crisi. A livello commerciale, Il presidente americano Donald Trump ha bloccato il meccanismo di risoluzione dei conflitti dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Fonte: Euronews

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